Che tipo di Psicologo sei?

Fino a qualche decennio fa, culturalmente, la Psicologia era percepita come un mondo semi sconosciuto e lontano, la “disciplina che si occupa dei matti”, qualcosa che ci riguardava molto poco. Tutt’al più forse si avevano delle idee vaghe di Psicologia e Psicoterapia come assimilabili a Freud e alla Psicanalisi (ampiamente rappresentata, ad esempio, nei film di Woody Allen).

Oggi invece abbiamo a disposizione una cospicua quantità di articoli di Psicologia divulgativa che ci raccontano i processi psicologici. Quello che spesso manca però, a mio avviso, sono i presupposti teorici a cui i vari articoli fanno riferimento.

I non addetti ai lavori forse non si sono mai fatte domande tipo:

  • quale teoria sta alla base, ad esempio, di un articolo sui 5 modi per scoprire le bugie?
  • in che modo quell’articolo sarebbe diverso cambiando le premesse da cui parte?
  • come si differenziano le varie teorie?

Per un approfondimento relativo ai diversi approcci provate a dare un’occhiata qui. 

 

La teoria di base a cui io faccio riferimento è il Costruttivismo o, per essere più specifici, la Psicologia dei Costrutti Personali (G.Kelly, 1955)

Cosa vuol dire?

Diciamo che nel mio lavoro come Psicoterapeuta, il mio interesse primario é la “creazione di significato”.  
Ne consegue che tra le varie domande che posso iniziare a farmi quando ho di fronte qualcuno, probabilmente mi chiederò :

  • come sei arrivato a costruirti il tuo modo di dare senso al Mondo?
  • esistono altri modi possibili che potresti usare in sostituzione?

Queste non sono domande banali perché partono da dei presupposti insoliti ma ben precisi: 

  • i nostri modi di dare significato alle cose non sono predeterminati e uguali per tutti, bensì soggettivi, personali, arbitrari.
  • se sono arbitrari niente vieta che ce ne possano essere altri 
  • se sono soggettivi, significa che persone diverse avranno visioni diverse relativamente a una determinata cosa (il che ha delle implicazioni enormi nelle nostre relazioni)

Qual è l’utilità di partire da tali presupposti?

Innanzi tutto ci sono delle ripercussioni forti sull’idea stessa di Persona: se sono io a decidere che significato dare alle cose significa che ho anche il potere di cambiarlo. Non sono meramente impegnato a rispondere a stimoli esterni, non sono vittima della “realtà esterna” perché sono io a creare la mia realtà. N.B. questo non vuol dire affatto che se non cambio allora è colpa mia!

Le persone tenderanno a scegliere di dare senso alle cose nel modo più funzionale e percorribile: ciò significa che, per quanto a volte una particolare situazione ci faccia soffrire, probabilmente, l’alternativa sarebbe addirittura peggiore, anche se non ne siamo del tutto consapevoli. 

Se siamo d’accordo con l’idea che ogni persona costruisce a modo suo il senso del Mondo e che dunque, per quanto simili, non avremo mai due identiche visioni delle cose, ne consegue che questo è un fattore fondamentale all’interno della relazione: come posso dare per scontato che l’altro mi capisca in tutto e per tutto o che faccia quello che farei io in una data situazione se le nostre prospettive sono diverse?

Non c’è più spazio per l’OVVIO!

Siete abbastanza confusi e incuriositi? Bene!

Nei prossimi post vedremo di chiarire e approfondire l’argomento, cercando di capire meglio cos’è il COSTRUTTIVISMO e se e come può essere un approccio utile per comprendere noi stessi e chi ci sta intorno.

Dai un’occhiata qui per una disamina più approfondita

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